Lo studio "Distribuzione Pulita" presentato dall'Interporto di Torino propone un modello di distribuzione per la città (il pilota riguarda un'area iscritta all'interno della ZTL) aperto a differenti "opzioni" (con modalità stradale e/o ferroviaria).
Le differenti opzioni prevedono la consegna delle merci in città con mezzi stradali, con caratteristiche tali da minimizzare l'impatto nell'ambiente (ZEV - Zero Emission Vehicle), ovvero mediante collegamenti con la città di tipo ferroviario con successiva consegna finale via strada. Tale ultima opzione "combinata" caratterizza la proposta e la rende specifica di tutti gli interporti, sostanzialmente diversa da quella di un semplice CDU che spesso, non dispone che di una modalità: quella stradale.
La continuità di catene logistiche intermodali dirette verso l'area urbana può dunque, in alcuni casi e per specifiche merci essere preservata, con la riconversione e l'utilizzo di rami ferroviari dismessi posti in aree particolarmente congestionate e centrali della città, o in alternativa con l'occupazione di alcune tracce su linee ferroviarie metropolitane attestate presso l'area interportuale.
L'Interporto rappresenta la congiunzione tra network globali e locali di produzione e distribuzione, coniugando il concetto di intermodalità a quello di distribuzione locale.
Il sistema interportuale, così come venne concepito, rappresentato dalle infrastrutture e dai servizi, diventa dunque un elemento che contribuisce alla creazione di economie di agglomerazione e, attraverso queste ultime, alla formazione delle condizioni per lo sviluppo di rendimenti crescenti di scala di cui possono godere la maggior parte dei processi produttivi che si realizzano in ambito urbano.
L'utilizzo di forme più sostenibili come ad esempio l'ottimizzazione dei carichi, la rimodulazione del routing, l'utilizzo di motori elettrici o ibridi, per citarne alcune, sottendono ad una forte integrazione dei sistemi informativi (ITS) che governano la città con quelli interportuali. La stessa inpermodalità, adeguatamente declinata per dimensioni e tecniche (micro casse, meccanismi di traslazione orizzontale), può essere elemento fondamentale nella distribuzione dell'ultimo miglio per alcune specifiche categorie merceologiche.
La sfida di concorrere allo sviluppo dei processi d'interazione come veri e propri hub di interconnessione è coerente a quello che può essere considerato un importante patrimonio logistico del nostro Paese: la rete interportuale. Essa è particolarmente strutturata e capillare e, con un adeguato potenziamento della rete ferroviaria ed una maggiore integrazione con il sistema portuale è in grado di competere a livello continentale con i network logistici dei più importanti player del Nord Europa.
Anche l'esigenza di standardizzazione delle modalità, norme e procedure operative per le numerose città che possono vantarne la presenza sul proprio territorio, trova nell'interporto un importante elemento catalizzatore.
La Città di Torino si appresta a diventare sito pilota del progetto ...