La carta di qualificazione del conducente (CQC) torna ad avere nuovamente validità di cinque anni.
Lo stabilisce un decreto ministeriale pubblicato sulla
Gazzetta Ufficiale del 25 luglio scorso, che su richiesta della UE, ha cancellato la precedente estensione di sette anni.
L'Unione Europea ha quindi contestato i tempi italiani, superiori ai cinque anni, in materia di rinnovo e scadenza di validità della carta di qualificazione del conducente.
Il Ministero dei Trasporti italiano aveva stabilito infatti, mediante
l'art. 2 del decreto dirigenziale del 6 agosto 2013, l'estensione della scadenza di validità della CQC fino al 9 settembre 2020 per il trasporto di persone ed al 9 settembre per il trasporto di cose. Tale normativa però sarebbe in contrasto con la normativa europea 2003/59/CE.
La questione si è pertanto risolta con la pubblicazione del decreto ministeriale "Modifiche al decreto 6 agosto 2013 in materia di scadenza di validità della carta di qualificazione del conducente" che, di fatto, cancella l'articolo dell'estensione, abrogandolo.
La scadenza naturale della CQC da sette a cinque anni è stata ripristinata ed
i termini tornano ad essere:9/09/2018 per la CQC per il trasporto di persone9/09/2019 per la CQC per il trasporto di coseTali scadenze valgono sia per i corsi di aggiornamento già completati, sia per quelli ancora da svolgere.
Il decreto spiega anche che la Direzione Generale per la Motorizzazione preciserà le procedure per conformare i documenti comprovanti il rinnovi di validità della CQC fino al 2020 e 2021 al principio espresso dall'art. 8, paragrafo 3, della direttiva 2003/59/CE, secondo cui:
"il Conducente che ha concluso la prima fase di formazione periodica di cui al paragrafo 2 segue una formazione periodica ogni cinque anni prima della scadenza del periodo di validità del CAP comprovante la formazione periodica".
Qui di seguito è scaricabile il Decreto completo.
DECRETO MINISTERIALE
Nuove soluzioni mirate per collegare gli aeroporti di Malpensa, Fiumicino e Tessera alla rete nazionale Alta Velocità/Alta Capacità. E' questo l'obiettivo dell'intesa firmata oggi, 26 agosto, a Rimini, da Maurizio Lupi, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, e Michele Mario Elia, Amministratore Delegato dei FS Italiane.
In Francia
SNCF lancia lo StreetMapper, per produrre
mappe 3D per la gestione della rete ferroviaria.Il sistema di scansione laser produce infatti dettagliatissime mappe tridimensionali di diverse centinaia di chilometri della rete ferroviaria francese e viene utilizzato per sostenere gli studi di ammodernamento e di elettrificazione delle opere.
L'e-commerce cambia il volto del real estate logistico.
Oggi, il commercio elettronico può rivoluzionare anche il mercato immobiliare della logistica, imponendo
un nuovo modello di domanda agli utilizzatori.
L'e-commerce infatti, sta cambiando il tipo di domanda di immobili per uso logistico da parte delle aziende della grande distribuzione ed i centri adibiti a questa funzione, si stanno adattando al cambiamento.
I modelli di processo logistico mettono in primo piano la vicinanza ai centri urbani per consentire tempi di consegna più rapidi, livelli di servizio più elevati ed una maggiore flessibilità nella supply chain.
A parità di volumi di vendite,
le strutture dedicate all'e-commerce devono essere più ampie rispetto ai magazzini per il retail tradizionale. La differenza fondamentale tra un centro logistico per attività convenzionali e per e-commerce è rappresentata dalle
attrezzature interne per la movimentazione dei colli.
Oggi, crediamo fermamente che
il commercio elettronico sia il nuovo driver strutturale per gli spazi di logistica ed al tempo stesso rappresenti un fattore positivo per il real estate, così come stimava Prologis nel 2012 che, per ciascun miliardo di euro di vendite online, la domanda aggiuntiva di spazi per la logistica è cresciuta di circa 72 mila mq. in Gran Bretagna, Germania e Francia.
Nella stessa ricerca, i Paesi più dinamici nello sviluppo di progetti e-commerce risultano essere Germania, Regno Unito, Francia ed Italia.
Il nuovo testo normativo sugli Interporti Italiani ha come obiettivo la razionalizzazione ed il potenziamento dell'attuale rete interportuale. Non solo, chiarisce in modo definitivo la loro natura privatistica, che dovrebbe favorire gli investimenti infrastrutturali.
Cosa cambierà dunque nella Normativa che regola le infrastrutture interportuali del nostro Paese?
GLI OBIETTIVI: Migliorare ed incrementare la concertazione dei flussi di trasporto; contribuire alla diminuzione dell'impatto ambientale delle attività trasportistiche; superare i limiti del trasporto ferroviario tradizionale ed intermodale marittimo/terrestre, creando condizioni per un incremento del ricorso alla modalità ferroviaria; promuovere la sostenibilità economica, sociale ed ambientale delle attività di trasporto di merci e di logistica e prevedere infine gli strumenti necessari per l'utilizzo di un unico standard di comunicazione delle informazioni riguardanti il trasporto delle merci e le merci stesse, nonchè ogni altra info rilevante.
I REQUISITI CHE UN INTERPORTO DEVE AVERE sono necessariamente otto.
- terminal ferroviario intermodale, idoneo a formare o ricevere treni completi conformemente agli standard europei, in grado di operare con un numero non inferiore a 14 coppie di treni a settimana;
- un'area attrezzata di sosta camion;
- un servizio doganale;
- un centro direzionale;
- un'area destinata a servizi per le persone ed una destinata ai camion;
- aree diverse destinate alle funzioni di trasporto intermodale, logistica, approvvigionamento, logistica industriale, logistica distributiva e logistica distributiva urbana;
- sistemi che garantiscano la sicurezza delle merci, delle aree e degli operatori;
- interconnessioni con piattaforme info-telematiche orientate alla gestione dei processi logistici e del trasporto merci
Entro tre anni dall'entrata in vigore della Legge tutti gli interporti dovranno dotarsi di questi requisiti.
La natura privatistica delle Società che gestiscono gli interporti, contenuta nell'art. 5 della Legge, farà la differenza. E, come sostiene il Presidente UIR Alessandro Ricci, non sarà cosa di poco conto, in quanto rappresenterà lo strumento per apportare maggiore accelerazione agli investimenti infrastrutturali.